Storia della Guerra Elettronica 6. Arabi & Israeliani
Il
più importante insegnamento scaturito dall’analisi del conflitto vietnamita
è stato che l’uso coordinato di capacità ECM e tattiche di impiego permise
alle missioni di strike di penetrare con successo attraverso il sistema di
difesa nordvietnamita. Tutto il conflitto arabo israeliano riconfermò tali
insegnamenti. Nel 1967, era ovvio fin dall’inizio che, considerata la
disparità delle forze in campo, la sopravvivenza delle forze israeliane era
legata ad un attacco preventivo ed improvviso. Quindi le operazioni furono
preparate in gran segreto. L’attacco iniziò alle 8 e 45 del 5 giugno. A
quell’ora l’altezza del sole mattutino era ideale per un attacco aereo, i
servizi di intelligence israeliani avevano scoperto che gli impianti EWR
egiziani venivano spenti alle ore 8 e 30 e che gli ufficiali avrebbero
iniziato il loro servizio alle ore 9. In pieno silenzio radio, gli aerei
israeliani, volando a bassa quota evitarono di essere scoperti dai pochi
radar operativi. L’operazione fu un completo successo, tre ore più tardi le
forze aeree egiziane erano virtualmente distrutte. Nel 1973 il conflitto
durò meno di un mese ma conteneva tutti gli elementi di un conflitto di
lunga durata. Le difese egiziane e siriane erano basate su di una rete
interallacciata di batterie missilistiche SA-2, SA-3, SA-6, SA-7, abbinate
ad impianti contraerei tradizionali. Contro le batterie di SA-2 e SA-3 erano
già state sperimentate con successo adeguate ECM, così come l’impiego di
flares si era dimostrato valido contro gli SA-7. La sorpresa venne con
l’SA-6 che operava in una porzione dello spettro elettromagnetico mai usato
in precedenza dai sovietici. Gli Israeliani tentarono, con pesanti perdite,
di compensare tatticamente tale mancanza, volando missioni a bassa quota per
evitare la copertura radar, ma incapparono nella rete di difesa contraerea
armata dei ZSU-23-4 (artiglieria contraerea). Furono così costretti a
modificare le tattiche, sperimentare nuove ECM dedicate con pods e chaff
dispenser. Nel giugno del 1982, l’impiego preventivo di ESM per
localizzare ed identificare radar e batterie missilistiche siriane nella
valle di Bekaa fu parte integrante del piano di attacco che fu condotto con
il massiccio impiego di jamming per accecare la difesa aerea e le
comunicazioni siriane. Furono anche usati missili antiradiazione per
neutralizzare gli impianti radar. Ancora una volta l’uso combinato di
tattiche innovative ed ECM specifiche dimostrò che si potevano sconfiggere
sofisticati e ben organizzati sistemi di difesa aerea. Gli israeliani
analizzarono con freddezza la situazione creatasi alla vigilia del conflitto
del 1967 e né valutarono le conseguenze. Vale la pena di ripercorrere
brevemente questa analisi. Sin dalla sua indipendenza Israele ha
probabilmente visto più combattimenti di ogni altra forza armata nel mondo.
Gli scopi primari dell'aeronautica israeliana sono la difesa dello spazio
aereo, la superiorità aerea sul teatro di operazioni, il supporto delle
operazioni di terra, e la realizzazione di operazioni "strategiche" al fine
di prevenire la minaccia. Di questi obiettivi, quello che più ha influenzato
l'uso delle ECM è stato il supporto alle operazioni di terra. La maggiore
minaccia fu individuata nelle batterie di missili superficie-aria radar
asserviti, nelle batterie della contraerea e negli intercettori armati con
missili a guida RF o IR. La difesa israeliana era basata su sistemi di
autoprotezione (RWR, jammers interni ed esterni, chaff/flares dispensers),
piattaforme di scorta ECM, e stazioni di jammer stand-off di terra e
imbarcate. Gli israeliani ritenevano che il tradizionale ruolo di CAS e di
superiorità aerea era stato messo in discussione dai moderni sistemi di
difesa missilistica SA, i quali possono conseguire una superiorità aerea
locale. La minaccia era intensificata dalla proliferazione dei SAM e dal
costante aggiornamento tecnico delle armi più vecchie, al punto che non si
riteneva sufficiente aumentare le risorse per lo sviluppo delle
contromisure. Gli sviluppi futuri dei SAM, quali l'ausilio del campo
elettro-ottico come sostegno all'RF per la scoperta, l'inseguimento e guida,
il passaggio alle lunghezze d'onda millimetriche, alla capacità multitarget,
l'incremento della velocità dei missili a 5 - 6 mach, teste di guerra più
efficienti e limitate miss distance, non avrebbero fatto altro che
peggiorare la situazione. Stavano diventando comuni sistemi SAM mobili,
sistemi mobili per controbattere l'azione SIGINT, ect. Si intravedeva, tra
le strade da percorrere per controbattere i SAM avanzati, lo sviluppo delle
tecnologie elettro-ottiche.
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Si sosteneva che le ECM dovessero essere realizzate specificamente per ogni tipo di missione e per il ruolo del velivolo. Tre le aree di lavoro identificate: riduzione della segnatura radar, infrarossa, acustica ed ottica al più basso livello possibile, studio delle tattiche, ECM di punto. Quest'ultime sono suddivise nei sistemi di allarme, chaff, flares e disturbatori spendibili, e le ECM attive. Gli RWR avrebbero dovuto diventare sempre più sensibili per competere con le nuove generazioni di radar, con le loro complesse forme d'onda, con l'agilità di frequenza e del PRF. Il chaff avrebbe continuato ad essere molto importante per l'autoprotezione, sebbene avesse bisogno di evolversi per contrastare i radar ad impulsi Doppler. I flares erano visti come la più efficace contromisura contro i missili a guida IR. Nel tempo avrebbero perso la loro efficacia, ma con l'introduzione della doppia banda IR e UV si sarebbero di nuovo adeguati alla minaccia. I disturbatori spendibili sarebbero stati inizialmente utilizzati contro i radar monopulse. Il costo dei sistemi di autodifesa sarebbe stato determinato dai sistemi attivi. Nel futuro essi avrebbero dovuto essere meno dipendenti dall'evoluzione tecnologica e dalle informazioni operative ed avere la capacità di autocorrezione nel corso della missione. Soprattutto dovrebbero essere in grado di essere autosufficienti, di modificare la loro risposta in base alle variazioni della minaccia o di cooperare un sistema attivo di allarme antimissile in grado di scoprire anche il cambio delle traiettorie. Con questo la difesa aerea sarebbe divenuta così efficace, che la soppressione della minaccia attraverso munizionamento stand-off a guida di precisione, l'impiego di drones e di jamming stand-off sarebbe divenuto un punto importante dei futuri conflitti, permettendo alle tattiche e alle misure di supporto di offrire almeno un tasso di attrito accettabile. Questi argomenti ben si accordavano con le esperienze maturate nelle operazioni dal 1967 in poi. In questi anni le nazioni arabe avevano utilizzato missili piuttosto che velivoli per contendere la superiorità aerea e la risposta israeliana è consistita in un sempre più massiccio impiego di SEAD. Munizionamento stand-off, armi intelligenti ed ARM, jamming stand-off sono stati impiegati al massimo delle loro capacità. Allo stesso tempo il tipo di guerra elettronica applicata è stato chiaramente influenzato dalla filosofia sopra delineata. Descritta come un sistema integrato di difesa elettronica ECM/EPM computerizzata, è completamente automatica ed irradia rumore o inganni in accordo all'analisi dei segnali ricevuti. Il tutto è confezionato in una unità, la prima di questo tipo, applicata all'esterno del vettore.
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