Sistemi d'Arma - 5. Storia del Nike - Fine di un epoca
Sebbene il Nike fosse stato creato per rispondere agli sforzi sovietici di progettare e dispiegare una flotta di bombardieri strategici nei primi anni della Guerra Fredda, la strategia militare sovietica cambiò molto presto. Temendo che i velivoli pilotati sarebbero stati troppo vulnerabili contro gli attacchi degli intercettori supersonici americani armati di missili e razzi, i sovietici decisero di focalizzare la loro attenzione allo sviluppo degli ICBM (Intercontinental Ballistic Missiles), contro i quali non esisteva ancora una valida difesa.
Come risultato i russi non crearono mai una forza da bombardamento strategica comparabile a quella del SAC americana. Il cambiamento della minaccia sovietica significava che il ruolo della difesa aerea, per il quale era stato concepito il Nike, divenne sempre meno critico con il passare del tempo. I fondi della Difesa erano necessari per altri progetti (incluso lo sviluppo degli ICBM americani e della difesa antimissile) e sopratutto per il rapido estendersi del conflitto nel Vietnam.
Per cui, a cominciare dalla metà degli anni '60, il numero delle batterie installate negli Stati Uniti cominciò a contrarsi con un tasso annuale quasi costante. La firma degli accordi SALT I a Mosca, nella primavera del 1972, portò alla limitazione del numero dei missili con capacità ABM (Anti-Ballistic Missile). Il Nike Hercules, a causa delle sue limitazioni contro certi tipi di missili balistici, fu inserito nel trattato. Nel 1974 tutte le batterie superstiti furono inattivate. Era così finito uno dei più grandi e significati programmi di difesa aerea di tutta la Guerra Fredda. Tuttavia alcune batterie rimasero attive in Florida e in Alaska per diversi anni ancora. Altre rimasero attive con le forze americane in Europa e nel Pacifico e con le forze armate di molti paesi alleati.
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