Aviatori Veronesi - Capitano del Genio Navale Pilota Luigi Bresciani
Luigi Bresciani nacque a Verona il 13 marzo 1888. I suoi genitori erano
Fortunato, di professione litografo, e Fiorini Costanza. Completati gli studi al
Maffei si laureò in ingegneria industriale presso il Regio Istituto Tecnico
Superiore di Milano il 17 settembre 1910. Nel 1908 era stato chiamato alle
armi per il Regio Esercito come soldato di leva di 1^ Cat., ma per motivi di
studio fu posto in congedo illimitato il 20 luglio dello stesso anno.
Tre mesi dopo fu nuovamente richiamato e, per lo stesso motivo ottenne
nuovamente licenza di ritardo. Nel 1910 frequentò un corso
d'istruzione elettronica e nello stesso anno, terminati gli studi, fu chiamato alle armi. Nominato
Tenente del Genio Navale, fu destinato a Genova per completare gli studi
professionali presso la Regia Scuola Superiore Navale. In questo istituto
conseguì la laurea di ingegneria navale e meccanica. Il 16 settembre 1912
fu destinato alla direzione delle costruzioni navali presso l’Arsenale di
Venezia. Nel 1913, con il grado di tenente del Genio Navale, ottenne il brevetto di pilota
di idrovolante presso la Scuola di
aviazione di Venezia (Brevetto n. 6); il brevetto fu conseguito alla guida
di un Farman dotato di galleggianti. Trasferito presso l'idroscalo di
Venezia svolse un intensa attività di volo prendendo parte ai primi
esperimenti di aerocooperazione con le unità della flotta compresi i
sommergibili. Nel primo pomeriggio del 25 marzo 1914, con a bordo Giuseppe Miraglia come osservatore, decollò dall’idroscalo dell’Arsenale con
l’idrovolante Albatros numero 7. Durante il sorvolo dell’isola di S.
Michele si verificò un’avaria ai timoni di profondità. Bresciani cercò di
mantenere il controllo dell’aereo per tentare un ammaraggio di fortuna, ma
l’aereo cadde tra l’isola di S. Michele e quella di S.Andrea ed egli riportò
una contusione ed una leggera ferita alla gamba destra, mentre Miraglia ebbe
una lieve ferita all’occhio destro e una lieve commozione cerebrale. Il 14
aprile aprile, tuttavia, era di nuovo in volo per prendere parte alle
manovre combinate della flotta. Fu costretto di nuovo ad un ammaraggio di
fortuna, questa volta senza danni nei pressi di Codigoro. Per l'occasione
furono mobilitati quattro idrovolanti della Squadriglia S. Marco, così era
chiamata la squadriglia che aveva sede a Venezia nell’isola di S.Andrea. Al
comando di Roberti di Castelvero, erano il Capitano del Genio Navale
Alessandro Guidoni, Luigi Bresciani e il Capo di 2^ Enrico Mendoza con il
compito di avvistare i sommergibili della classe Euro, Narvalo, Squalo e
Tricheco, sulla rotta per Ancona. Gli aerei erano assistiti da una
squadriglia di torpediniere. Durante le operazioni, guasti al motore
costrinsero Bresciani e Mendoza ad effettuare ammaraggi di emergenza,
rispettivamente a Codigoro e alla foce dei Fiumi Uniti. I due sfortunati
piloti riuscirono tempestivamente ad effettuare la riparazione dei motori e
a raggiungere lo stesso Ancona in tarda serata, dove erano ad attenderli gli
altri partecipanti all’esercitazione. Nel mese di maggio del 1914, Bresciani
conseguì anche il brevetto di pilota militare. Con la promozione a Capitano del Genio
Navale (1 luglio 1914) divenne Capo del reparto Aviazione dell’Arsenale di
Venezia. Furono acquistati quattro velivoli Albatros e Bresciani curò la
loro motorizzazione con gli Isotta Fraschini V4 da 160 Cv. Nel frattempo
erano iniziate le ostilità e Bresciani prese parte a diversi voli sul mare
Adriatico. In uno di questi fu costretto all’ammaraggio e rimase molto tempo
in mare in attesa dei soccorsi. All’inizio del 1915 la Regia Marina incaricò
il capitano Bresciani di curare l’allestimento di cinque trimotori Caproni
destinati a costituire un primo nucleo di bombardieri. Il progetto di
trasformazione per l’impiego marittimo dei velivoli fu condotto insieme al
Capitano del Genio navale Ing. Roberto Prunas nei cantieri SVAN di Venezia.
Nacque così un grosso idrovolante a scafo centrale tronco nel quale si
poteva sistemare l’equipaggio e collegato alla struttura alare biplanare per
mezzo di un' incastellatura metallica. A questo punto Bresciani si rese
conto della necessità di disporre di un’adeguata potenza e furono montati i
più potenti motori che erano a disposizione in quel periodo: tre Isotta
Fraschini V 4B da 150 cv. Il Bre.1, così venne denominato il
nuovo aereo, era armato a prua con un cannoncino da 25 mm. e a poppa in
torretta con una mitragliatrice. Il carico di bombe poteva essere di circa
1.000 Kg. e l’autonomia di circa 400 Km. Le prove effettuate fin dalla fine
del 1915 dimostrarono le valide caratteristiche del velivolo, maneggevole e
di buon centraggio. Le urgenze dettate dall’evoluzione del conflitto creò un
clima di frettolosità che risultò fatale all’ingegnere veronese. Il 3 aprile
decollò dall’Arsenale per le prove di tiro con il cannoncino da 25 mm
prodiero. Poco dopo si ebbe la rottura di una cerniera alare che causò il
distacco dell’ala inferiore del velivolo. Precipitato davanti al Forte di S.
Andrea, l’intero equipaggio perse la vita. Alla memoria di Bresciani il 4
aprile 1916 fu conferita la Medaglia d’Argento al valor militare con la
seguente motivazione: “Sin dall’inizio della guerra, provetto aviatore,
eseguì numerose esplorazioni in territorio nemico, diede notevole impulso
all’aviazione marittima dedicandosi con ardore e successo alla costruzione
di un velivolo di grande potenza militare” (Alto Adriatico – maggio 1915
aprile 1916).
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