Storia della Guerra Elettronica. Battaglia di Capo Matapan
La
battaglia di Matapan ebbe luogo lungo le coste occidentali di Creta il 29
marzo 1941. A seguito d'un rapporto della Luftwaffe che informa la Regia
Marina che almeno due corazzate britanniche erano state affondate nel porto
di Alessandria (Egitto), una squadra navale italiana è mandata
all'inseguimento d'un convoglio alleato. All'insaputa del Ministero della
Marina italiana il convoglio era scortato da tre corazzate britanniche di
base ad Alessandria, Barham, Valiant e Warspite e dalla portaerei Formidable.
La Vittorio Veneto lasciò Napoli il 26 Marzo. La III^ Divisione Incrociatori
(Trieste, Trento Bolzano) lasciò Messina, mentre l'VIII^ Divisione
(Garibaldi, Abruzzi) partì da Brindisi e la I^ Divisione (Zara, Pola, Fiume)
lasciò Taranto. Alle 12:25 del 28, l'incrociatore Trieste avvistò un
idrovolante inglese del tipo Sunderland il quale stava comunicando la
presenza degli italiani all'ammiragliato inglese, eliminando così
l'elemento della sorpresa. L'Ammiraglio Cunningham, già al corrente della
presenza italiana grazie alle informazioni ricevute da ULTRA, lasciò
Alessandria la notte del 27 marzo. La battaglia cominciò alle 0745 del 29
Marzo quando gli incrociatori leggeri inglesi (Perth, Orion, Gloucester,
Ajax) avvistarono una squadra di tre incrociatori pesanti italiani, la
divisione Trieste. Gli italiani aprirono il fuoco con i loro 203 mm e gli
inglesi si ritirarono non potendo replicare con il loro armamento da 152 e
tuttavia sperando di essere inseguiti per portarli verso le forze di
Cunningham. Ma alle 08.55 gli italiani all'improvviso si ritirarono.
L'ammiraglio Iachino, comandante della squadra navale italiana, aveva
pensato di battere gli incrociatori britannici attraverso una manovra a
tenaglia con la corazzata Vittorio Veneto. La manovra cominciò molto bene
quando i cannoni da 381 della Vittorio Veneto aprirono il fuoco e colsero di
sorpresa gli inglesi. Fu emessa una cortina fumogena ma le navi inglesi
furono colpite dal fuoco incrociato della Vittorio Veneto e della squadra
incrociatori. Il corso degli eventi fu cambiato dalla forza aerea di
Cunningham. I siluranti Albacore della portaerei Formidable attaccarono
senza successo la nave da battaglia italiana, ma Iachino rendendosi conto di
non aver copertura aerea ordinò la ritirata. A questo punto cominciò la
caccia. Con la flotta italiana in ritirata verso la penisola italiana, le
forze britanniche lanciarono un secondo attacco aeronavale alle 15.10 e
questa volta inflissero danni all'elica esterna di sinistra della Vittorio
Veneto. Con la velocità ridotta a 16 nodi, e successivamente aumentata a 19,
la flotta italiana perse considerevole terreno rispetto alle forze
britanniche. Intorno alle 20, il Pola è immobilizzato da un siluro.
Fatalmente, lo Zara ed il Fiume sono mandati in soccorso del Pola. Alle 22,
al largo di Capo Matapan (Tainaron), il punto più meridionale della Grecia
continentale, la Valiant rilevò la squadra navale italiana sugli schermi
radar a circa 15 km. La squadra navale italiana, va notato, non era
equipaggiata con il radar. Pensando che il vascello rilevato fosse la
Vittorio Veneto, il comandante britannico, Ammiraglio Cunningham, diresse la
squadra inglese verso il gruppo avvistato. Il vascello avvistato non era la
Vittorio Veneto, ma l'incrociatore pesante Pola danneggiato da un siluro
aeronavale. Alle 22.10 il radar della Valiant avvista i tre incrociatori
italiani ad una distanza di solo sei miglia. Illuminate dai riflettori le
navi cadono sotto il fuoco della Warspite e della Valiant. Il gruppo
Italiano era a circa 4.000 metri dai cannoni di 15 pollici delle corazzate
britanniche e in pochi minuti il Fiume fu completamente distrutto. Poco
dopo, lo Zara e l'Alfieri furono a loro volta completamente paralizzati.
Temendo l'arrivo di altre forze italiane, le corazzate inglese si
ritirarono, lasciando l'affondamento del Zara, Pola, Alfieri e Carducci ad
un gruppo di cacciatorpediniere ( Jervis, Janus, Mohawk, Nubian ) al
comando del capitano Philip Mack. Le perdite italiane furono spaventose con
molti marinai periti durante i sei lunghi giorni d'attesa prima che la nave
ospedale Gradisca arrivasse. Tornato in Italia, a Iachino toccò il compito
di dare a Mussolini il resoconto del disastro. Più tardi esaminando il
brogliaccio delle intercettazioni radio effettuate durante la battaglia lo
stato maggiore di Iachino scopri che gli inglesi si erano accorti della
presenza di navi italiane nell'oscurità a distanza molto maggiore di quella
di avvistamento ottico; e da ciò arguì che le navi britanniche erano dotate
di radar ". Mussolini si rese conto allora per la prima volta che la sua
flotta per poter operare liberamente nel Mediterraneo aveva bisogno di
portaerei e a questo scopo ordinò l'adattamento di due grandi
transatlantici. Nessuno dei due tuttavia era pronto all'epoca
dell'armistizio nel settembre 1943. A detta di Sir Harry Hinsley, un ben
noto autore specializzato nella storia della crittografia britannica, il
successo alleato nella battaglia di Matapan deve essere parzialmente
accreditato all'abilità degli inglesi di decifrare i codici tedeschi e
italiani. L'intercettazione ed il decriptaggio dei messaggi della Luftwaffe,
che utilizzava la macchina Enigma, ed i codici italiani concessero alle
forze britanniche abbastanza preavviso per sormontare le distanze del
Mediterraneo.
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