Sistemi d'Arma - S-25 Berkut ( SA-1 Guild NATO)
La componente Superficie Aria sovietica, gestita dalla Voyska Protivo-Vozdushnoy Oborony (Voyska PVO o V-PVO), rappresentava la spina dorsale del sistema di difesa aerea del patto di Varsavia, costruita durante la Guerra Fredda. La sofisticazione, la complessità e la vastità di questo sovrapposto e fortemente integrato sistema di difesa aerea, ebbe un decisivo impatto per lo sviluppo della potenza aerea occidentale, e fornì lo spunto diretto per lo sviluppo delle tecnologie chiave per la penetrazione aerea nei sistemi di difesa aerea, comprese le odierne tecnologie di guerra elettronica (EW/EWSP/ECM), dei radar per il volo a bassissima quota, Terrain Following Radar (TFR), e delle capacità Very Low Observable (VLO) o tecnologie stealth. L’origine delle forze SAM sovietiche deve essere ricercata negli sforzi dei russi, compiuti nell’immediato dopoguerra, di catturare la maggior parte possibile delle tecnologie, dei progetti e delle idee dai territori della Germania occupata. Operazione, tra l’altro, messa in opera anche dalle forze alleate. Tra le tecnologie acquisite c’erano quelle dei missili antiaerei tedeschi, Wasserfall W1, W-5 e W-10, che avevano quasi raggiunto lo stadio operativo, anche se qualche fonte tedesca sosteneva che addirittura dei lanci sperimentali erano già stati compiuti con successo contro i bombardieri alleati. I sovietici acquisirono anche esemplari dei meno sviluppati missili Henschel Hs-117 Schmetterling. Il missile Wasserfall era stato sviluppato direttamente dal progetto del missile balistico di Von Braun A-4/V-2, con l’aggiunta di impennaggi cruciformi e con un sistema di propulsione completamente nuovo perché il missile doveva essere in grado di rimanere sul lanciatore anche per giorni in attesa di un possibile bersaglio. Il motore del Wasserfall, che in seguito avrà una profonda influenza sui progetti dei missili sovietici balistici e SAM, impiegava come propellente azoto iniettante pressurizzato a 250 atmosfere o una miscela iperbolica composta da Tonka o etere isobutile vinile per propellente e SV-Stoff (Salbei) come ossidante, l’ultimo dei quali composto da 90% di acido nitrico e 10 % di acido solforico. Il missile era dotato di un sistema di guida manuale radio command, con un risponditore (radar beacon) poppiero. Un’altra soluzione che sarebbe diventata canonica nei SAM sovietici. Nel maggio 1946, una relazione classificata sovietica (1017-419, Quesiti sulle armi a razzo/getto), propose l’ulteriore sviluppo dei progetti germanici da parte dell’industria militare. A seguito di ciò, l’ufficio progetti e sviluppo NII-88 riesumò il Wasserfall come R-101 e lo Schmetterling come R-103. Le fonti russe sono concordi nell’affermare che questi sforzi non diedero buoni risultati, con frequenti incidenti durante i tentativi di lancio. La lezione appresa fu che per tali sistemi d’arma occorreva un sistema di guida adatto,e pertanto serviva un gruppo di studio multidisciplinare. Tuttavia i sovietici non si lasciarono sfuggire le potenzialità dei SAM come sistemi d’arma per la difesa aerea, tenuto conto delle difficoltà che i loro caccia avrebbero incontrato nell’affrontare i bombardieri americani B-29, B-50 e B-36 dotati di alta velocità e notevole quota operativa. Inoltre con il B-47 e con il B-52 in cantiere, i Sovietici sapevano bene che necessitavano di una nuova strategia tecnologica per competere con le future minacce. Il risultato fu il lancio, nel 1950, di un nuovo programma, il Sistema 25, o P-25 Berkut (Aquila dorata), più tardi designato dalla NATO con il nome in codice di SA-1 Guild. In questo programma era prioritaria la costruzione di una cintura di difesa SAM intorno alla città di Mosca, per la difesa degli apparati governativi e per il cuore del complesso industriale militare dai possibili attacchi dei bombardieri nucleari americani e britannici. In seguito il successo del goffo SA-1 Guild portò allo sviluppo del sistema SAM SA-75/S-75 o SA-2 Guideline, che diventò il più numeroso ed esportato SAM prodotto dai russi. I due sistemi rappresentarono la guida per i successivi progetti e configurazioni dei SAM sovietici, un modello rimasto in uso anche dopo l’avvento delle generazioni altamente mobili come l’S-300 o l’S-400. Il russo S-25 Berkut (SA-1 Guild) fu il primo sistema SAM del mondo a diventare operativo. Si trattava di un sistema missilistico che impiegava rampe disposte su siti di lancio fissi. Il missile a guida command V-300 aveva una gittata di 45 chilometri e poteva raggiungere una quota compresa tra 4000 e 14000 metri. Il missile era dotato di una carica esplosiva di 250 kg composta da esplosivo ad alta frammentazione. La scoperta e l’acquisizione del bersaglio era compito del radar operante in banda S, VNIIRT R-113 Kama (Gage, in termini NATO), in grado di operare su una distanza massima di 300 chilometri. Il Kama era impiegato in collegamento con il radar di ingaggio Article B-200. Anche quest’ultimo operava in banda S con una portata massima di 150 chilometri e la capacità di agganciare da 24 a 30 bersagli simultaneamente. Tuttavia, ciascun radar B-200 (Yo-Yo) era in grado di portare a termine un ingaggio alla volta. Il radar, con le sue caratteristiche e curiose forme triangolari delle antenne era progettato per trasmettere due stretti fasci elettronici, uno per agganciare il bersaglio, l’altro per la guida command del missile. Il complesso antenna era composto da due antenne triangolari, una per l’inseguimento azimutale, l’altra per l’inseguimento in elevazione. Le prime prove di fuoco furono condotte in poligono nel 1952, e nell’anno successivo furono portati a termine 81 lanci di prova impiegando un bombardiere Tupolev Tu-4 come bersaglio aereo. Il primo sistema operativo fu messo in linea nel 1954, e tra il 1955 e il 1956 su realizzato il primo sistema integrato di difesa. Secondo i russi il sistema era in grado di gestire 20 bersagli simultaneamente. Tutte le componenti di una batteria erano situate in ricoveri protetti induriti in grado, almeno nelle intenzioni, di resistere alle bombe americane di 2000 libbre, con esteso uso di camuffamento per rendere difficile l’identificazione del sito dall’alto. Il progetto del missile S-25 era davvero unico, ma dimostrava l’eredità dal Wasserfall. Il razzo motore a propellente liquido e singolo stadio, veniva deposto da un semi-rimorchio caricatore, che raddoppiava l’altezza della torre di servizio per posizionare il missile completo sulla base di lancio, alla stessa maniera della V2 e del Wasserfall. Il missile aveva un particolare sistema di controllo del volo, costituito da alette canard montate sul muso per il controllo Pitch/Yaw, da alettoni per il controllo del rollio e da impennaggi di coda per l’allineamento in traiettoria dopo il lancio. Il motore aveva una spinta di 9 tonnellate ed era un diretto discendente del motore R-101 “Wasserfall-ski”, con una miscela di propellente migliorata. La configurazione dei siti per questo sistema d’arma rifletteva la necessità di lanciare i missili da basi (cioè senza rampa, il missile era poggiato in posizione verticale su supporti a tamburo). Di rifornirli impiegando torri di servizio, un modello ereditato di precursori tedeschi. Il montaggio e il ricaricamento del missile avveniva in sito, così come quello della miscela di liquido propellente ad alta energia.
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