Sistemi d'Arma - Contro il Nike - La SEAD sovietica
Le forze armate dell'Unione Sovietica organizzarono le loro forze per la soppressione delle difese nemiche (SEAD) in modo molto diverso dai loro avversari occidentali. Infatti non organizzarono la SEAD come una disciplina indipendente e non misero mai in campo un velivolo ad essa specificamente dedicato. Le missioni SEAD erano compiute a supporto delle operazioni aeree, a livello tattico da vettori non specializzati. Al contrario degli americani che nelle operazioni in Vietnam e Iraq preferirono le missioni "targets of opportunity", i sovietici adottarono le missioni di tipo prepianificato, su siti già conosciuti, e per questo si appoggiarono moltissimo sui loro assetti SIGINT e sugli altri mezzi da ricognizione. Da un punto di vista tattico, il teatro operativo più importante di tutti, per i sovietici e i loro alleati, era l'Europa Occidentale. La guerra su questo fronte doveva vedere i sovietici all'offensiva. Seconda la loro concezione la fase aerea del conflitto sarebbe dovuta durare tre giorni prima del lancio dell'offensiva terrestre, se si fosse fatto ricorso all'arsenale nucleare, o circa una settimana in caso di conflitto convenzionale. Durante la prima fase della guerra europea, circa il 20% delle forze aeree del Patto di Varsavia doveva essere dedicato alla ricognizione, e le forze rimanenti si sarebbero concentrate alle incursioni su obiettivi vitali nelle aree operative e tattiche. Le prime sarebbero state concentrate in fasce secondo le principali direttrici delle successive manovre terrestri. Sia in caso di conflitto nucleare che convenzionale, i principali obiettivi degli attacchi aerei sarebbero stati gli arsenali nucleari occidentali; In altre parole sarebbe stata comunque una lotta per la superiorità nucleare, poichè l'impiego finale di queste armi sembrava inevitabile. Alla fine degli anni '50 e all'inizio degli anni '60, la minaccia SAM occidentale era rappresentata dagli americani Nike Ajax e Nike Hercules , dai britannici Thunderbird e Bloodhound. Questi SAM rappresentavano allora una seria minaccia per i bombardieri tattici sovietici, al tempo per la maggior parte Ilyushin Il-28 Beagle, la principale piattaforma nucleare in sevizio con l'aeronautica russa. L'IL-28, progettato nel 1940 come bombardiere medio, aveva una velocità di crociera inferiore a 500 mph e quasi nessuna capacità di penetrazione a bassa quota, un vero e proprio tiro al piccione per qualsiasi sistema di difesa aerea! Negli anni '60 i Beagle vennero rimpiazzati dai supersonici Yakolev Yak-28 (Brewer) e Sukhoi Su-7 (Fitter-A) i quali si assunsero il fardello delle missioni strike nucleari. La loro velocità supersonica era in grado di offrire protezione dai caccia occidentali, ma non dai SAM. Piuttosto che sviluppare una specifica soluzione al problema dei siti SAM, le tattiche sovietiche del tempo si affidarono completamente all'impiego delle armi nucleari di massa. Nel 1959 le autorità centrali confermarono che il principale sistema d'arma di tutte le forze sarebbe stato il missile, inclusi quelli tattici e i balistici operazionali impiegati dalle forze terrestri. L'Aeronautica doveva ingaggiare tutti i bersagli mobili che fossero sopravvissuti ad un massiccio attacco missilistico. Contemporaneamente una serie di esplosioni nucleari ad alta quota avrebbe provocato un forte impulso elettromagnetico (EMP), in grado di disabilitare la maggior parte delle difese antiaeree radar asservite. I velivoli strike avrebbero dovuto penetrare attraverso i corridoi creati dal precedente attacco nucleare. Per questo motivo la SEAD non era al vertice delle priorità tattiche sovietiche. Malgrado la loro prefigurazione di una favorevole situazione sul piano nucleare, i sovietici cominciarono, nel 1963, a lavorare sul loro primo missile antiradiazione. Probabilmente si trattò solo di un caso, poichè dovevano ancora passare cinque anni prima che la NATO annunciasse la sua dottrina della "Risposta Flessibile", o forse la reale confidenza dei sovietici verso il nucleare era leggermente inferiore a quelle che volevano trasmettere ufficialmente. In ogni caso, all'ufficio di progettazione OKB-2-155 (MKB "Raduga" since 1967), diretto da I.S. Seleznev e dal Capo progettista A.J. Berezniak, fu commissionato di sviluppare un missile che doveva diventare parte del sistema d'arma K-28P ("P" dalla parola russa "protivradiolokatsyonny": anti-radar). Il sistema d'arma K-28P consisteva della piattaforma, una versione modernizzata del bombardiere tattico supersonico Yak-28, denominato Yak-28N; Il missile Kh-28 (AS-9 Kyle); e il radar di scoperta ed installazione montato sullo Yak-28N . Il problema più serio fu quello del progetto del sistema di guida radar passivo APR-28 ottimizzato per il radar AN/MPQ-4 del Nike Hercules. Il progetto fu intrapreso dall'ufficio di progettazione CKB-111 a Omsk, sotto la direzione di A.S. Kirtshuk,. Il problema era talmente considerevole che il missile fu pronto per i primi esperimenti solo all'inizio degli anni '70. Il lavoro di progettazione sullo Yak-28N cominciò nel 1964-65. Si trattò dell'unico tentativo effettuato di costruire un velivolo SEAD nell'Unione Sovietica (e in Russia). La base per lo Yak-28N fu il bombardiere tattico Yak-28I, con il radar di tiro Initsyatyva rimosso e sostituito dal sistema radar di scoperta ed acquisizione per il missile K-28. Il velivolo doveva montare due missili sotto le ali, all'esterno delle gondole motori. Il sistema K-28P volò la prima volta e fu provato nel 1971-1972, ma non entrò mai in servizio perchè nel frattempo era diventato obsoleto. Allo stesso tempo, il velivolo fu trasformato in piattaforma EW (jamming), con la denominazione Yak-28PP Brewer-E. Il disturbatore era stato preso dal velivolo EW Tu-16PP Badger-H e diviso in tre parti, ciascuna delle quali era montata su un diverso Yak-28PP . In tal modo lo Yak-28PP diventava molto più efficace, quando, operando in formazione, tre velivoli disturbando contemporaneamente su tre porzioni dello spettro, formavano una barriera di rumore su ciascun lato del corridoio attraverso il quale i velivoli tattici dovevano penetrare attraverso lo spazio aereo nemico. Come più tardi divenne chiaro, il sistema era destinato a diventare una parte integrante della dottrina SEAD sovietica. Nel dicembre del 1967, la NATO adottò una nuova dottrina di difesa, quella cosiddetta "della risposta flessibile". La nuova filosofia enfatizzata il conflitto convenzionale, almeno finchè il nemico si fosse astenuto dall'impiego delle armi nucleari. I pianificatori sovietici accolsero calorosamente la nuova dottrina, confidenti come erano sulla loro superiorità convenzionale nel teatro operativo europeo. Ma per l'aeronautica, il cambiamento ebbe conseguente non del tutto gradite, non potendo più contare sull'effetto EMP creato da un'esplosione nucleare, occorreva pensare a nuove strategie per aprirsi la strada attraverso la difesa aerea della NATO con il munizionamento convenzionale. Dopo la cancellazione del programma K-28P come sistema integrato, il missile Kh-28 fu trasformato in un arma da lancio tattica. Il nuovo bombardiere tattico Su-24 Fencer-A era in grado di portare due missili Kh-28 missiles sotto le ali e lavorava con il radar di ricerca e acquisizione Filin. Nello stesso periodo con questo missile fu armato anche il velivolo Su-17M Fitter-C. Quest'ultimo portava un solo missile sotto la fusoliera e come sistema radar di ricerca e acquisizione impiegava il Myetyel sistemato in un pod sotto l'ala destra. Il Filin era un sistema meno specifico del missile Kh-28 stesso, che inizialmente fu adattato solo per colpire i sistemi Nike Hercules/Thunderbird. Ma il Filin era in grado di coprire un più ampio spettro di frequenza ed era in grado di rivelare l' HAWK , che rimaneva fuori della portata del seeker del missile. Effettivamente il missile Kh-28M fu dotato di un nuovo seeker che era stato aggiustato per coprire anche il radar di acquisizione a bassa quota AN/MPQ-33 dell'HAWK e più tardi anche il radar di illuminazione AN/MPQ-39 e il radar di acquisizione AN/MPQ-34 . Il Filin divenne anche parte integrante del sistema del sistema di controllo del tiro del Su-24 Puma. Il sistema di acquisizione obiettivi del Su-17M Myetyel era meno potente, ma il suo sostituto, il Vyuga, era in grado di coprire tutta la gamma dei sistemi di difesa aerea occidentali. Il Vyuga fu anche impiegato con le ultime versione del Su-17M variants (M3 Fitter-H and M4 Fitter-K) e con il Mikoyan-Gurevich MiG-27 Flogger D and J. Si presumeva che la maggior parte degli obiettivi della NATO sarebbero stati preventivamente localizzati e che gli attacchi aerei contro di loro avrebbero dovuto essere prepianificati, a carattere di massa. Le forze aeree tattiche (frontali, secondo la terminologia sovietica) avrebbero dovuto operare fino a 300 - 400 km all'interno del territorio nemico. La zona operativa situata tra 400 e 800 km all'interno era di competenza della forza aerea strategica, equipaggiata con velivoli Tu-22K (Blinder-B) e più tardi con Su-24M (Fencer-D) e Tu-22M (Backfire). Sia le forze dell'aviazione frontale che operazionale dovevano impegnare gli stessi corridoi, dirigersi verso dei nodi prestabiliti, e da lì fare rotta verso i singoli obiettivi. I corridoi avrebbero dovuto essere larghi circa 40 - 50 km, per permettere a due o tre gruppi indipendenti di strike di procedere contemporaneamente lungo di essi a bassa quota in tandem, separati tra loro di circa 10 km e due minuti (per i gruppi dello stesso stormo) o di cinque minuti (per formazioni di differenti stormi). Per assicurare le corrette slot di ingresso e di ritorno era richiesta una attenta pianificazione. Di solito un gruppo dell'esercito sovietico attaccante su di un fronte largo circa 100-150 km designava un paio di questi corridoi per i reparti dell'aviazione ad esso assegnato. Lo schema era molto semplice, la prima formazione d'attacco doveva impegnare e sopprimere le posizioni SAM, precedentemente localizzate dalla SIGINT condotta dal proprio spazio aereo. All'inizio SIGINT era raccolta da velivoli standoff Il-14E Crate e Il-28E , rimpiazzati poi dagli elicotteri Mil Mi-8 Hip di varie versioni. In anni più recenti si sono resi disponibili per una ricognizione più agguerrita i velivoli MiG-25R Foxbat-B e Su-24MR Fencer-E. La missione dell'aviazione tattica era di distruggere tutte le posizioni di SAM a media portata e la maggior parte di quelle a lunga portata situate dentro il corridoio. I siti Nike Hercules presenti lungo le rotte non destavano preoccupazione in quanto la loro quota di ingaggio minimo era di 1000 - 1500 metri. Tuttavia quelli presenti intorno alle aree degli obiettivi dovevano essere distrutti in quanto per procedere all'attacco i velivoli necessitavano di far quota. Non c'erano velivoli o unità speciali dedicate alle missioni SEAD. Ogni gruppo da battaglia (di solito delle dimensioni di un gruppo/squadron) dedicava 2-4 velivoli armati con missili antiradiazione e bombe e frammentazione/incendiarie alla soppressione delle posizioni SAM disposte lungo i corridoi e intorno all'area dell'obiettivo. I siti SAM disposti all'interno dei corridoi erano di competenza degli stormi destinati alle operazione di supporto. Per esempio, uno stormo tascato per ingaggiare un quartier generale avversario avrebbe dovuto distaccare il gruppo di riserva con il compito di sopprimere i siti SAM all'interno del corridoio qualche minuto prima del passaggio della forza di attacco. Ricevuto un tale compito, il comandante di stormo, come alternativa, avrebbe potuto anche distaccare un paio di velivoli da ogni gruppo per sopprimere gli obiettivi della difesa aerea e le posizioni SAM che si sapeva dovessero essere schierate in profondità intorno ad obiettivi vitali, come aeroporti, concentrazioni di riserve, aree industriali, ecc.. Di solito, comunque, la maggior parte degli obiettivi erano disposti fuori dei corridoi prestabiliti, in quanto questi venivano tracciati proprio con l'intenzione di evitare per quanto possibile le difese aeree avversarie. Naturalmente ci si aspettava di trovare la maggior parte delle difese antiaeree NATO lungo la linea del fronte, dove i sistemi HAWK supportati da altre formazioni NATO in profondità, formavano una linea di zone di ingaggio senza soluzione di continuità. Le posizioni HAWK e Nike Hercules che formavano la linea di difesa dovevano essere localizzate attraverso piattaforme standoff SIGINT . Il primo compito era di rompere la catena dentro i corridoi, fino al punto di riunione appena fuori di essi. Subito dopo il passaggio delle forze d'attacco sulla linea del fronte, le artiglierie sovietiche e del Patto di Varsavia , avevano il compito di ingaggiare le posizioni antiaeree a corto raggio , come i Gepard, Roland, Rapier, e le batterie Vulcan disposte lungo la prima linea delle forze NATO. Per questi obiettivi non c'erano missili antiradiazione disponibili (sebbene alcuni furono successivamente dispiegati), per cui i velivoli dovevano evitarli, a meno che non fossero a difesa dell'obiettivo da colpire, nel qual caso potevano essere attaccati con bombe o con altro munizionamento aria-terra. Mentre i gruppi di strike dovevano avvicinarsi a quota molto bassa ai loro obiettivi (al di sotto dei 100 m), i gruppi di soppressione che li precedevano dovevano cabrare prima del raggiungimento del limite esterno della zona di ingaggio dei SAM, a 500-4,000 m di quota e a 40-50 km nel caso degli HAWK o a quota di 2,000-6,000 m e circa 120 km nel caso dei NIKE HERCULES. Non appena i radar di tiro dei SAM illuminavano il gruppo attaccante, venivano rilasciati i missili antiradiazione. Occorre notare che nella pratica dei sovietici e dei loro alleati, la fase iniziale della SEAD consisteva in una attività standoff. Il missile Kh-28 aveva una portata di 110 km. A confronto il missile antiradiazione americano SHRIKE aveva inizialmente una portata di soli 16 km. La SEAD sovietica era un processo metodico dove l'incursione veniva pianificata in accordo ai dati raccolti attraverso l'attività SIGINT. Le tecniche americano più libere ed opportunistiche (il nome "WILD WEASEL" è significativo), dove schiere di liberi cacciatori beccavano i SAM a distanze ravvicinate, non trovavano posto nella filosofia sovietica. E' interessante notare che che la condotta recente delle campagne SEAD americane in Yugoslavia ed Iraq sembra diventare progressivamente più metodica (o possiamo osare, sovietica?) con l'impiego di munizionamento stand-off contro obiettivi già conosciuti. Al contrario degli americani, i sovietici e i russi non hanno mai avuto l'opportunità di provare le proprie concezioni SEAD sul campo, eccetto che nella prima Guerra del Golfo tra Iraq ed Iran, dove l'impiego del Kh-25MP (AS-12 Kegler) fu attentamente osservato, anche se quel tipo di operazioni non aveva niente a che fare con lo scenario d'impiego ipotizzato sul teatro europeo.Nel caso fosse stato danneggiato o se il radar era spento, il velivolo doveva avvicinarsi al SAM a bassa quota ed attaccarlo con le bombe. L'intera azione era supportata dal jamming prodotto da elicotteri Mi-8 operanti dal proprio spazio aereo. La portata efficace del disturbo era superiore ai 100 km. Una volta rotta, anche temporaneamente, la continuità delle zone di ingaggio SAM della NATO (evento che si attendeva a poche ore dall'inizio delle operazioni), i corridoi potevano essere impiegati per incursioni in profondità. Già da allora, le ondate di incursori dovevano essere protetti lungo i fianchi dei corridoi da squadre di velivoli Yak-28PP operanti in BARCAP. I gruppi di strikes erano ulteriormente protetti dai caccia, che incrociavano sulla zona delle operazioni. Durante gli anni '80, la concezione sovietica della SEAD non cambiò molto, sebbene si desse di nuovo una certa enfasi all'opzione nucleare. Alla fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80, la NATO mise in campo nuovi SAM, i più pericolosi dei quali erano considerati l'Improved Improved HAWK e il Patriot. I sovietici risposero con nuovi tipi di armamenti ed equipaggiamenti, sempre costruiti intorno alle concezioni sopra descritte. Il maggior cambiamento fu l'adozione di sistemi di autodifesa EW per tutti i caccia tattici, come l'onnipresente famiglia di pod SPS-141, -142, e -143 Siren; l' SPS-161 e l' -162 Geran sul Su-24M; l' SPS-151 e l' -152 Lyutik sul MiG-25RB; l' SPS-171 Sorbcja sul caccia Su-27 ; e l' SPS-201 Geran sul MiG-29. L'altro importante elemento delle tattiche SEAD fu l'introduzione, alla fine degli anni '80, di un nuovo missile balistico tattico: l'T 9M714U Totshka-U (SS-21 Scarab) dotato di un seeker anti-radiazione con una portata di 70 km. Ogni divisione sovietica ebbe il proprio battaglione di missili Toshka, e ogni lanciatore fu abilitato al lancio della versione Totshka-U. Alla fine degli anni '80 furono introdotti nuovi missili antiradiazione. Il primo fu l'Kh-25MP presto seguito dall' Kh-58 (AS-11 Kilter). Verso la fine del decennio furono introdotte versioni migliorate di ambedue i sistemi, incluso il Kh-58U con una portata di 250 km ed una migliore capacità di acquisizione. All'inizio il vettore principale del Kh-58U era il MiG-25BM Foxbat-F. Anche il MiG-25BM non era una piattaforma dedicata alla SEAD, ma venne largamente impiegato in questo ruolo. Lo sviluppo del velivolo iniziò nel 1976 come bombardiere strike nucleare veloce. Dal 1982 al 1985 nè furono prodotti circa 40 ed altri 20 furono ricostruiti dalla precedente versione da ricognizione MiG-25RB, e provvisti del sistema di acquisizione bersagli Jaguar. Alcuni furono dislocati in Polonia, con il 164° stormo da ricognizione, dal 1983 al 1992. Il Kh-58U fu anche impiegato con il sistema Vyuga, permettendogli in tal modo di essere montato anche sul velivolo Su-17M4. Il Su-17M4 e la versione da esportazione Su-22M4, potevano trasportare due missili sotto la fusoliera. Il MiG-25BM divenne il vettore principale, perchè il velivolo poteva operare fino a 21.000 m (68,900 ft.), sopra la zona di ingaggio dell'Improved Hawk. I piloti del MiG-25BM avrebbe potuto usare la tattica americana, volando in gruppi di "ricerca e distruzione" e operando indipendentemente dagli altri velivoli. L'altro metodo di attacco del MiG-25BM era quello di impiegare bombe nucleari su aree a forte concentrazioni di SAM, sganciandole da alta quota e alla massima velocità. Naturalmente un bombardamento così effettuato non sarebbe stato molto accurato, ma in questo caso non era necessario. Attualmente tutto ciò che rimane della flotta di MiG-25BM (circa 40) è concentrato presso il 98° Stormo da ricognizione, a Montshegorsk nella penisola di Kola, insieme ad alcuni Su-24MR. Se mai la Russia dovesse decidere di avere una propria forza dedicata alla SEAD, quella potrebbe essere la sua culla. La guerra nucleare non è più una opzione,e la Russia ha adottato un atteggiamento molto più difensivo. Questo ha notevolmente ridotto la necessità della SEAD, che è sempre stata vista come una estensione delle operazioni offensive di massa. Le risorse finanziarie per questo tipo di disciplina si sono ridotte e probabilmente dovremo aspettare a lungo per un nuovo missile antiradiazione russo. Tra le maggiori realizzazioni degli ultimi tempi vi è sicuramente l'entrata in scena del missile Kh-31P (AS-17 Krypton), sebbene con un numero ridotto di esemplari. Per il prossimo futuro dovremo aspettarci più modernizzazioni che nuovi progetti. Per esempio un azienda di Borisoglebsk sta effettuando la conversione dei Kh-58 allo standard Kh-58U. Anche alcuni Kh-25MP sono stati modificati allo standard Kh-25MPU, con il seeker ottimizzato per i sistemi Roland e Crotale. Questo missile entrò in servizio nel 1991 con un limitato numero di esemplari proprio per controbattere la minaccia rappresentata dai sistemi di difesa aerea a corto raggio.
WWW.QUELLIDEL72.IT